di Anna Maria Feriozzi
Le pratiche spirituali chinkon 鎮魂 e kishin 帰神, rituali di possessione mediata dalle origini antiche, vennero riscoperti e riformulati da Honda Chikaatsu (1822–1889) nel contesto della Restaurazione Meiji. Attribuendo loro un’origine nei testi fondativi del Kojiki e del Nihon shōki, Honda ne fece strumenti spirituali e ideologici utili alla legittimazione dell’autorità imperiale e alla costruzione di un’identità nazionale. Nonostante le restrizioni imposte dallo Stato Meiji contro le pratiche mistico-religiose che mal si adattavano alla nuova ideologia, Honda riuscì a renderle compatibili con il pensiero nazionalista e il kokugaku, contribuendo così alla diffusione di uno shintō riformulato. Attraverso le sue dottrine spirituali e la sistematizzazione di questi riti, si affermò come figura centrale nel panorama religioso dell’epoca, pur restando marginale nelle fonti ufficiali. Chinkon e kishin assunsero così una doppia valenza — spirituale e politica — diventando elementi funzionali alla propaganda imperiale e alla rivitalizzazione dei santuari locali. Il loro impatto offre uno spunto per riflettere sul ruolo delle pratiche spirituali nella formazione dello Stato moderno giapponese e sull’intreccio tra religione, potere e costruzione dell’identità nazionale.
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