Il santuario Yasukuni: tra identità tradizionale e memoria collettiva ferita

6 Dicembre 2021 in Religione e società, Shintō

di Claudia Zancan

Il santuario Yasukuni a Tōkyō si trova al centro di una controversia sia nazionale che internazionale a causa della commemorazione dei 14 criminali di guerra di classe A segretamente pacificati e venerati da alcuni esponenti politici giapponesi, rientrando così tra gli esempi contemporanei di patrimonio contestato e difficile. La posizione di Yasukuni è più complessa di ciò che potrebbe sembrare a una prima lettura in quanto la sua identità originaria, ovvero il luogo principale in cui celebrare il rito di pacificazione degli spiriti inquieti dei morti in battaglia, si è inevitabilmente modificato nel momento in cui è diventato un simbolo politico.
Scopo di questo elaborato è comprendere l’identità oggi rappresentata dal santuario Yasukuni partendo da un’analisi del contesto storico e culturale per comprendere in che modo la cultura materiale può rappresentare una data ideologia e identità e in che modo i monumenti possono cambiare utilizzo e percezione a seconda del tempo storico.

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Il Cristianesimo in epoca Meiji: repressione e libertà

29 Novembre 2021 in Cristianesimo

di Michele Comelli

Questo elaborato analizza l’epoca Meiji per delineare come l’iniziale discorso anti-cristiano si sia trasformato in tolleranza, anche se non sempre tradotta nella pratica. Sarà presentato innanzitutto il ritorno missionario in Giappone nel 1858, seguito dall’abolizione dell’editto di proscrizione della religione cristiana nel 1876 e dalla proclamazione di libertà di religione con la Costituzione del 1889. A cui seguì la pubblicazione del Rescritto Imperiale sull’Educazione che comportò la riemersione del discorso anti-cristiano con l’Incidente Uchimura Kanzō negli anni ’90, per terminare seguendo i passaggi più cruciali che portarono il Cristianesimo a essere considerato una delle “tre religioni del Giappone”.

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Konkōkyō e la comunità LGBTQ+ giapponese: il Konkōkyō come spinta al cambiamento sociale in chiave inclusiva

22 Novembre 2021 in Nuove religioni, Religione e società

di Matteo Nassini

La tutela dei diritti LGBTQ+ nel Giappone contemporaneo ha tutt’oggi un ruolo istituzionale marginale: nel giugno 2020, all’interno di un report commissionato dall’OCSE, il Giappone figura come uno dei 14 paesi membri dell’organizzazione che stentano a istituire leggi che assicurino diritti e inclusione per la comunità LGBTQ+. Anche dal punto di vista sociale, le discriminazioni verso individui queer continuano a essere perpetrate rendendo difficile per essi il mantenimento di una qualità di vita alta e soddisfacente; persino il tema del proprio orientamento sessuale è relegato alla sfera privata, al di fuori della quale acquisisce una certa problematicità.
In tale contesto di diffuso oblio istituzionale, emerge tuttavia la figura del Konkōkyō, un nuovo movimento religioso affiliato alla Kyōha Shintō Rengō Kai, che nel 2018 ha riconosciuto ufficialmente al proprio interno la Konkōkyō LGBT Kai: essa è un’associazione fondata da Inoue Masayuki, sacerdote Konkōkyō apertamente omosessuale, con lo scopo di sensibilizzare la società giapponese presso scuole, università e centri comunitari circa temi LGBTQ+.
La Konkōkyō LGBT Kai, nonostante la gestione individuale di Inoue e il proprio raggio di azione ristretto, rappresenta un importante esempio nel supporto istituzionale verso la comunità LGBTQ+, preludendo a un necessario cambiamento inclusivo su più larga scala.

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Yasukuni: il legame tra Stato e religione e le questioni di costituzionalità

15 Novembre 2021 in Religione e società, Shintō
Kakidai, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

di Stefanie Sagnella

Il santuario Yasukuni è forse uno dei luoghi più controversi del Giappone contemporaneo, al centro di un dibattito sia nazionale sia internazionale, che coinvolge Stati come la Cina, la Corea del Sud e Taiwan. Il motivo è da ricercare nel passato storico che lega il santuario allo “shintō di Stato” (kokka shintō 国家神道) e al fervente nazionalismo di periodo bellico. In ciò consiste il cosiddetto “problema Yasukuni” (Yasukuni mondai 靖国問題). Nello specifico, le criticità giuridiche dei contatti tra la sfera pubblica e il santuario possono essere viste in alcune sentenze esemplari: il caso delle donazioni dei funzionari prefetturali di Ehime e le visite dei primi ministri Nakasone Yasuhiro e Koizumi Jun’ichirō. Sulla base degli articoli 20 e 89 dell’odierna Costituzione giapponese, viene messa in discussione la netta separazione tra Stato e shintō ed è possibile riscontrare difficoltà nello stabilire i confini della sfera religiosa. Questo ha reso necessaria l’applicazione di parametri noti come purpose-effect test (PET) al fine di stabilire se una condotta sia da considerare religiosa o consuetudinaria, ergo incostituzionale o meno.

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