di Maia Balzanelli

Questo elaborato ha lo scopo di esplorare le motivazioni e le conseguenze politico-religiose delle modalità di commemorazione dei caduti in guerra e di celebrazione e ricostruzione della memoria storica decise dal governo giapponese post-Occupazione, alla luce degli accadimenti della Seconda Guerra Mondiale. Verrà dapprima esposta una breve analisi della commistione politico-religiosa esistente in Giappone fin dai tempi più antichi e del particolare sincretismo religioso proprio di questo paese, per passare poi ad un approfondimento di quelle che sono state alcune delle conseguenze che la Resa incondizionata, l’Occupazione alleata e alcuni importanti provvedimenti politici dello SCAP (tra cui la “Shintō Directive” del 1945 e la Costituzione del 1946), presi nei confronti del governo e della società giapponese nel suo complesso, hanno avuto sulla celebrazione e ricostruzione della memoria storica e sulle pratiche commemorative dei caduti in guerra. Alla luce di tali considerazioni e attraverso le teorie dei lieux de mémoire di Pierre Nora e del travail de mémoire di Paul Ricoeur, verranno dunque infine presentati gli esempi del Santuario di Yasukuni (Tokyo) e del Memoriale della Pace (Genbaku Dōmu) di Hiroshima, controversi in quanto si osserverà che: il primo, nonostante luogo dichiaratamente religioso, ha in realtà assunto nei secoli un significato altamente politicizzato; il secondo, nonostante luogo dichiaratamente secolare, non é però del tutto svincolato da legami con la religione e la politica.

Leggi l’articolo: Memoria e Commemorazione tra atto politico e atto religioso