di Michele Rigodanzo

Una credenza comune nell’area euro-americana vuole che il Giappone sia un luogo dove gli abitanti vivono in armonia con la natura, anche grazie all’influenza dello Shintō. Partendo dal famoso articolo The Historical Roots of Our Ecological di Lynn White e dopo un’accurata ricerca bibliografica utilizzando come testo di riferimento Sacred Forests, Sacred Nation: The Shinto Environmentalist Paradigm and the Rediscovery of ‘Chinju No Mori’ di Aike P. Rots, ho analizzato come lo Shintō ha progressivamente enfatizzato le proprie caratteristiche ecologiche ed ambientaliste in modo da ricavarsi una nuova identità di religione di pace e armonia dell’uomo con la natura. L’elaborato si concentra sull’analisi del cambiamento di attitudine verso le Chinju no Mori (foreste sacre), arrivando alla conclusione che la visione dello Shintō e di conseguenza del Giappone come intrinsecamente ambientalisti sia problematica, dato che il Giappone è uno dei paesi con più alto debito ecologico e lo Shintō ha solo di recente “riscoperto” l’ambientalismo come strumento di costruzione di comunità e di nuove narrazioni sul proprio conto.

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